Disegno a matita di Flavio Lappo |
L’uomo è la misura di tutte le
cose diceva Protagora tra il V e IV
secolo a. C. Questa considerazione si può intendere come l’uomo è al centro
dell’universo, ma anche come il mondo è costruito a misura dell’uomo.
Noi vogliamo porre la nostra attenzione sulla necessità, per vivere bene con
gli altri e con noi stessi, di lasciare che ognuno dia la giusta misura a tutte
le cose. È importante non portare il discorso alle estreme conseguenze, se
estremizzata anche una buona idea può diventare pericolosa. Se è bene avere un
fisico atletico, scattante e non appesantito, è all'opposto deleterio
considerare il cibo e la ginnastica come unici valori dell’esistenza vivendoli
come ossessioni senza una giusta misura. Questa frase “l’uomo è la misura di tutte le cose” la possiamo utilizzare in
riferimento a ciò che sperimentiamo attraverso i sensi, ma anche a ciò che
viviamo nell’interiorità di noi stessi. Facciamo i nostri soliti esempi
concreti parlando della soggettività del dolore. Vado dal dentista per un
controllo generale ed ecco che appena mi tocca il molare superiore sinistro
avverto una fitta. Accade che il dentista mi dica “Non è possibile, questo
dente è devitalizzato”. La sua risposta mette in dubbio la mia percezione del
dolore creando un senso di sfiducia verso il medico. Andando sul piano
sentimentale la stessa cosa accade quando una persona soffre per essere stata
lasciata e qualcuno le dice: “Come esageri, dopotutto stavate insieme solo da
pochi mesi”. Non ci si può porre come arbitri delle sensazioni altrui e ciò
vale anche per i sentimenti, le emozioni, ecc. Questo atteggiamento ci
allontana dall’altro, per trovare un contatto devo accettare la sua misura,
quello che l'altro avverte: “Chi può dire cosa l'altro prova?” Questa
operazione ci evita di essere arbitrariamente arbitri e ci insegna a compatire
gli altri nel senso di patire con. Dare la giusta misura ci aiuta,
infine, a vivere in modo equilibrato tutte le esperienze.
Maria Giovanna Farina