Siamo quello che mangiamo


Siamo quello che mangiamo, diceva il filosofo. Mai frase è stata più bistrattata e usata dagli addetti del cibo. Questa citazione del filosofo Feuerbach rimanda alla concezione per cui siamo costituiti da molecole tenute in vita da ciò che introduciamo con il cibo e l’anima cristianamente intesa non esisterebbe. Se è vero che il cibo buono o cattivo sa modificare il nostro corpo in meglio o in peggio, il corpo si ammala e vive in salute anche a causa del cibo, è anche importante dare il giusto valore alle parole e non appropriarsene arbitrariamente, nella modernità il “siamo quello che mangiamo filosofico” ci può servire per ricordare la profonda influenza del corpo sulla mente e viceversa ma dal punto di vista delle nostre relazioni. Escludendo il pensiero di Feuerbach perché troppo materialista nel suo eliminare il lato spirituale dell’essere umano, ma escludendo anche gli spot pubblicitari dei cuochi, direi che ciò che mangiamo va oltre quando le nostre scelte sono etiche. Pensiamo al vegetarianismo o al veganismo e alla lotta contro la sofferenza animale di chi segue questo ideale di vita: fa molta differenza mangiare carne o non mangiarla. Le nostre relazioni sono anche con gli oggetti, con gli animali oltre che con le persone, per cui siamo quello che mangiamo, come lo mangiamo e con chi lo mangiamo.

Maria Giovanna Farina