Mangiamo l'agnello di cioccolata



Immagine tratta da wired.it
Pasqua come ogni anno è anche momento di condivisione a tavola, momento conviviale di un giorno di festa. Le uova che si consumano in diverse varianti sono simbolo di nascita, l’origine della vita: pensandoci bene anche i mammiferi si formano grazie ad un piccolo uovo fecondato….ma allora perché uccidere un agnello per festeggiare la vita? Per i cristiani l’agnello è il sacrificio del Cristo, è Cristo stesso definito l’agnello di Dio che (morendo) toglie i piccati del mondo, ma ancor prima per gli Ebrei sacrificare l’agnello voleva dire la liberazione dalla schiavitù dell’Egitto. Al di là delle secolari tradizioni, oggi c’è una corrente di pensiero che si schiera contro l’agnellicidio pasquale allevato più per soddisfare il palato che per osservare le tradizioni religiose. Come ho scritto qui sopra per i cristiani è Cristo il simbolo del sacrificio e allora cosa c’entrano i poveri agnelli? Una bella torta salata o un dolce a forma di agnello non può sostituire l’immolazione? Direi un bel Sì con la esse maiuscola anche perché stiamo ormai parlando di simboli e i simboli sono qualcosa che rimanda a qualche cosa di concreto: un agnello di cioccolata può diventare simbolo del sacrificio come un agnello di carne. Compreso questo passaggio, si possono lasciare alle mamme pecore i piccoli agnelli senza sacrificarli in massa durante le feste pasquali. E non c’entra il vegetarianesimo, qui si tratta di fare un piccolo ragionamento per capire quanto l’agnellicidio sia inutile oltre che crudele. Per concludere, al centro dell’annunzio cristiano si trova la liberazione dal peccato e la resurrezione dei morti che è anche una resurrezione fisica e non solo dell’anima. E la resurrezione non può macchiarsi di sangue innocente.

Maria Giovanna Farina