Le parole corrono nel vento...


Parole al vento, un modo di dire che si presta a più di una interpretazione. Comunemente con parole al vento si vogliono indicare i discorsi che non lasciano traccia, che non scalfiscono, che non destano l'attenzione del nostro interlocutore: parole che si perdono e a noi resta solo l'amara considerazione di aver parlato per nulla. Ma il vento è un elemento che corre lontano e metaforicamente può indicare un trasporto veloce della nostra comunicazione. Il vento è solo un mezzo privo di intelligenza e per raccogliere ciò che trasporta sono necessari abili raccoglitori di notizie. 
Possiamo trasformaci in cronisti del vento? Vi sembra una cosa assurda? Non lo è se pensiamo ad esempio che tutte le notizie corrono nell'etere, ma ancor meno se consideriamo il fatto che Zeus, il sommo dio dell'Olimpo greco, decise di chiudere i venti in alcune anfore perché li riteneva pericolosi. Sicuramente avrà avuto le sue buone ragioni che io interpreto come la paura di mandare in giro notizie indesiderate. E si sa, il vento lo avrebbe fatto con grandissima velocità. 
Lo sappiamo benissimo quanto, ad esempio, il pettegolezzo sulla nostra persona corra veloce tanto più è negativo e capace di danneggiarci, ma anche le buone notizie possono prendere grande velocità: sta a noi affidarle al vento e curare che giungano a destinazione. Non dobbiamo temere le brutte parole e chiuderle in una grotta, ma contrastarle con buonissime notizie. E magari metterci in gruppo, un gruppo di cronisti del buon vento!
Il mio discorso sembra un po' paradossale, ma ricordiamo che i paradossi spingono ad osare e chi osa ha più possibilità di farcela.

Maria Giovanna Farina


I sogni si possono realizzare


Come tutti sappiamo è morto il fondatore di Ikea, l'imprenditore svedese Ingvar Kamprad è scomparso all'età di novantun anni. Aprì il primo negozio a ventisette e fu capace di costruire un impero mondiale. Non mi interessa parlare della sua vita e delle polemiche che lo circondano, desidero dire qualcosa sul fenomeno in sé.
Sì perché di un fenomeno si tratta, di una realtà oggettiva sotto gli occhi di tutti che va oltre il consumo di massa e l'omologazione come sento da più parti, ciò si percepisce dallo stile semplice e lineare, dalla possibilità di montare i mobili da soli, dalla funzionalità e tutto a costo davvero accessibile: la sua è stata un'intuizione capace di regalare un sogno. Quanti di noi hanno immaginato di andarsene di casa per creare la propria dimora, ma non avendo soldi sufficienti ha dovuto rimandare? Tanti hanno desiderato una casa accogliente ma impossibile da possedere perché i mobili con cui siamo cresciuti erano di noce massiccia, bellissimi ma inarrivabili. Si cresce con un'idea, con uno stereotipo, ma lui lo ha smontato. Mister Ikea, grazie alle sue umili origini e a capacità imprenditoriali considerevoli, ci ha detto che il sogno è realizzabile, che i mobili possono essere belli anche se non di valore.
Realizzare i sogni è il desiderio di tutti i sognatori e chi è giovane quasi sempre sogna, soprattutto se non ha tutto a portata di mano: eccome se sogna! E si sa il sogno è contagioso. Se vedi che il tuo vicino ha realizzato ciò che voleva, la strada per te è tutta in discesa e anche tu vai all'Ikea. In realtà non tutto ciò che compri è sempre un oggetto buono, ma il basso costo e la gioia provata fanno sopportare qualche fregatura.
Se il catalogo Ikea, accattivante e preparatore all'acquisto, è letto in tutto il mondo e stampato più o meno come la Bibbia, si capisce quanto sia importante la comunicazione mezzo stampa per fare di un messaggio il messaggio: i sogni si possono realizzare.
Maria Giovanna Farina




Addio al plurale


Ci avete fatto caso come si usi solo il singolare per parlare di ciò che è plurale?
Gli esempi si sprecano: il capello corto, l’occhiale nero, la scarpa col tacco, il pantalone aderente e via di seguito. A me, da quando ho imparato a parlare, hanno sempre insegnato, così anche a scuola, che i miei capelli sono ricci, le scarpe col tacco sono eleganti, e gli occhiali neri fanno misterioso… questa nuova e consolidata moda del singolare ha sballato i miei riferimenti infantili, mi sento perduta e penso che quando indosso i pantaloni infilo le gambe che sono due in due cavità di stoffa e così pure le scarpe che sono sempre due e vanno a proteggere i miei piedi che sono sempre una coppia. Questa mania mi mette in crisi, avrò davvero due gambe o è solo una mia illusoria percezione? Cosa sarà questa mania del singolare? Un tentativo inconscio di rompere la nostra interezza? A che scopo? Oppure è solo una moda nata da qualche originale oratore in vena di creatività? Difficile giungere ad una risposta definitiva e soddisfacente. Che intervenga l’Accademia della Crusca a ri-stabilire l’ordine nel confuso marasma dei generi…


Maria Giovanna Farina

Le bufale imperversano non solo in rete di Maria Giovanna Farina


Le bufale, quelle che in inglese si chiamano fake news, imperversano in rete: nella vita reale pensate che non ci siano? Lo sappiamo tutti quanto il vizietto di raccontar frottole sia un costume consolidato anche nella Storia. Senza citare fatti precisi vicini e lontani, possiamo rifarci senza paura di fallire alle credenze popolari più diffuse come la paura di rompere una bottiglia d’olio o uno specchio per cui la sfortuna si impossesserebbe di noi. Ci credo, se rompi l’olio poi il pavimento è scivoloso e cadere diventa quasi inevitabile, allo stesso modo se uno specchio va in mille pezzi qualche problemino lo crea. Non è da trascurare il fatto che un tempo quando questi oggetti si rompevano, visto il loro costo, era certamente una disgrazia per il portafogli.
Altra cosa sono le bufale create ad hoc per sconfiggere un nemico, in politica ma anche nei luoghi di lavoro ciò accade spesso. Come difendersi dall’imperversare di questo fenomeno, traendo un beneficio per la nostra evoluzione? Se ci informiamo sui fatti che accadono, se teniamo un diario di bordo, se mettiamo a confronto i discorsi di tutti saremo più immuni dalle falsità che gli altri ci vogliono vendere. Ci credete ancora che una crema possa sciogliere una pancia flaccida e debordante? Non sarà il caso di curare la dieta e l’attività fisica? Informarsi con metodicità e scrupolo è un rimedio contro le bufale e un esercizio prezioso per la nostra crescita: è molto più difficile vendere bufale ad un cittadino informato…


Ricordate il cavallo di Troia? Era una fake e senza bisogno di internet è giunta fino a noi e qualcosa ci ha insegnato, non scordiamolo!

Maria Giovanna Farina

I bambini hanno tutti gli stessi diritti di Maria Giovanna Farina

Immagine tratta da Baby flash

E si torna a discutere sulla cosiddetta coppia dell'acido, Martina e Alessandro due genitori particolari a cui affidare la crescita di un figlio sembra troppo azzardato, infatti i due sono in prigione con una condanna a vent'anni per cui usciranno quando il piccolo sarà ultra maggiorenne ed in grado di relazionarsi con loro. Certo non è una situazione facile e tutelare il minore è la priorità, sempre. Infatti la Giustizia ha dato il via libera all'adozione del piccolo, rifiutando la possibilità di affidarlo alle cure dei nonni materni. Questi i fatti che mi hanno dato da pensare perché il bene del piccolo sarebbe anche non perdere le proprie radici, i nonni non hanno a quanto sappiamo problemi mentali o relazionali quindi crescere il piccolo nella loro casa sarebbe forse l'optimum.
Il discorso si fa generatele pensando, lo sappiamo dalla storia personale di molti adottati, a quanto il loro chiodo fisso sia conoscere i veri genitori, quelli che in diverse circostanze hanno dovuto o voluto rinunciare al loro ruolo. Ad un primo istante sembra assurdo disperarsi e voler conoscere a tutti i costi due esseri umani che hanno abbandonato il proprio essere indifeso tra le braccia di estranei, ma a quanto pare qualcosa di poco razionale scorre dentro ognuno di noi ed è capace di dettarci un desiderio apparentemente inconcepibile: conoscere la nostra origine, nonostante tutto. Quanto fa male però venire a sapere un giorno, perché prima o poi lo verrà a sapere, di essere figlio di qualcun altro che nonostante abbia pagato i propri conti con la giustizia abbia dovuto perdere la propria genitorialità? Perché, si potrebbe chiedere il ragazzo una volta a conoscenza di essere un adottato, mi hanno tolto ai miei genitori e non hanno fatto lo stesso con chi con piena consapevolezza ha spinto all'accattonaggio, al furto e alla prostituzione la propria creatura? Domande che ci poniamo anche noi e alle quali vorremmo una risposta perché, i bambini, hanno tutti gli stessi diritti

Maria Giovanna Farina

Gli infangatori di Maria Giovanna Farina


Gli infangatori, chi sono costoro? Quelli che usano l’infamia come modello di relazione, quelli che non perdono occasione per rovinarti l'immagine e favorire se stessi, una categoria di individui che si divide in tante sotto-specie da indagare per riconoscerle e per tutelarsi dai loro attacchi spesso subdoli e di conseguenza pericolosi. Una volta che l'immagine si è danneggiata, ricostruirla diventa un complesso insieme di strategie che difficilmente riescono a trovare la giusta sinergia. Insomma diventa un vero disastro! Meglio quindi prevenire.                              
Vi chiederete come si possa mettere in uno stato di innocuo agire un infangatore, la risposta proficua è attraverso il sottovuoto. Il sottovuoto, come tutti sappiamo, è un procedimento per conservare gli alimenti in assenza totale o parziale di aria, in queste condizioni nessun cibo può putrefare e neppure contaminare gli altri, nonché l'ambiente circostante. Ecco, appunto, ciò accade anche allo spargitore di fango se lo teniamo lontano e all’oscuro da qualsiasi nostro interesse non potrà o potrà meno facilmente contaminare la nostra vita.


Maria Giovanna Farina

Argomento trattato in: Maria Giovanna Farina, La libertà di scegliere, Rupe Mutevole edizioni